La guerra in Ucraina potrebbe influire su DAZN

Dazn aveva già i suoi tanti problemi sul fronte degli abbonati (scarsi), delle dispute con Agcom per la solidità del segnale e le rilevazioni degli ascolti. E adesso arriva pure la guerra in Ucraina che, a livello di sanzioni e di difficoltà a fare business, potrebbe colpire Leonard Valentinovich Blavatnik, fondatore del colosso Access Industries che controlla Dazn.

 

Chi è Leonard Valentinovich Blavatnik

Il patron di Dazn, Blavatnik, è nato in Unione Sovietica nel 1957, a Odessa, nell’attuale Ucraina. Ha studiato a Mosca e poi, nel 1978, è emigrato negli Stati Uniti con tutta la sua famiglia. Qui ha studiato alla Columbia University e ad Harvard, e a New York, nel 1986, ha fondato Access Industries.

Subito, però, ha iniziato a investire in Russia, ed è stato tra i primi ad approfittare della caduta del comunismo per consolidarsi in posizioni forti soprattutto nel comparto dell’energia.

Ad esempio è stato tra i soci della joint venture petrolifera Tnk-Bp, poi venduta al colosso russo Rosneft nel 2013: il solo Blavatnik incassò, per quella cessione, ben sette miliardi di dollari.

Al momento il gruppo Access Industries ha diversificato i suoi business in tutto il mondo e nei comparti più disparati, dal petrolio al carbone, dall’alluminio al petrolchimico, dalla plastica fino alle telecomunicazioni, l’intrattenimento, i media e l’immobiliare.

In Russia, tuttavia, Access Industries resta ancora impegnato: ad esempio attraverso gli investimenti nel colosso dell’alluminio UC Rusal (il secondo produttore mondiale di alluminio), dove partecipa attraverso Zonoville investiments limited; oppure con gli investimenti di Acces Industries in Amedia Production, una delle più importanti società televisive e di produzione audiovisiva in Russia, fondata a Mosca nel 2002.

Blavatnik è l’uomo più ricco del Regno Unito con un patrimonio stimato di 40 miliardi di dollari), appartiene però al cerchio magico vicino a Vladimir Putin, e potrebbe subire più di un contraccolpo dalla situazione drammatica in Ucraina e dalle conseguenze sui mercati finanziari (crollo del rublo, crisi dell’economia russa, impossibilità di ricevere pagamenti da Mosca).

Dazn

Con ripercussioni pure sul business di Dazn, che puntava molto, ad esempio, sulla quotazione in borsa del titolo sulla piazza di Londra. Business che, nel corso degli esercizi 2019 e 2020, ha accumulato un deficit complessivo pari a 2,39 miliardi di euro che, sommati ai risultati 2021 non ancora ufficializzati, ha reso necessario il recente intervento da parte dello stesso Blavatnik che, nelle scorse settimane, ha ricapitalizzato Dazn con una operazione da 4,3 miliardi di dollari (3,79 miliardi di euro).

 

da ItaliaOggi